Lo stress rappresenta una condizione estremamente comune nella società contemporanea. Si tratta di una risposta fisiologica e psicologica a stimoli percepiti come impegnativi o minacciosi che, se diventano troppo intensi o prolungati, possono compromettere sia il benessere fisico sia quello emotivo. Spesso si tende a pensare che lo stress sia un problema esclusivo degli adulti, ma la realtà è ben diversa. Nella società odierna, che impone ritmi frenetici e aspettative elevate, anche i bambini possono essere colpiti da stress. Vediamo insieme quali sono i segnali che permettono di riconoscere questa condizione nei più piccoli.
Come vivono lo stress i più piccoli?
Lo stress si manifesta quando la mente percepisce che un compito o una situazione supera le capacità o le risorse dell’individuo, sia dal punto di vista fisico che mentale. Gli adulti, grazie a una maggiore consapevolezza e capacità di analisi, sono spesso in grado di riconoscere e verbalizzare ciò che stanno vivendo. Nei bambini, invece, questa consapevolezza manca o è ancora in fase di sviluppo.

Durante l’infanzia, i piccoli non sempre dispongono degli strumenti necessari per comprendere l’origine del proprio disagio o per esprimere a parole il fastidio che provano di fronte a richieste eccessive rispetto alle loro possibilità. In questi casi, il rischio è che lo stress venga somatizzato, ovvero che si manifesti attraverso sintomi fisici piuttosto che emotivi. Tra i segnali più comuni che dovrebbero mettere in allarme i genitori vi sono, ad esempio, frequenti mal di pancia e mal di testa.
Un ulteriore campanello d’allarme può essere rappresentato dai risvegli notturni ripetuti. Anche le difficoltà ad addormentarsi rientrano tra i sintomi tipici dello stress infantile. Sul fronte dell’alimentazione, invece, si può osservare una marcata inappetenza o un cambiamento nelle abitudini alimentari.
Altri consigli per riconoscere e gestire lo stress nei bambini
Quando i genitori notano nei propri figli sintomi che potrebbero avere una componente psicosomatica, è fondamentale rivolgersi tempestivamente al pediatra. Alcuni segnali, come l’inappetenza, possono infatti essere collegati anche a cause organiche che vanno escluse per poter intervenire in modo adeguato e mirato.

Affrontiamo ora il delicato tema della gestione dello stress nei bambini. Quando un bambino si trova in una situazione di stress, è importante sapere che questa condizione può accentuare molte delle paure tipiche dell’infanzia, spingendolo a cercare maggiormente la vicinanza e la protezione degli adulti di riferimento. È quindi normale che il piccolo, in questi momenti, manifesti un bisogno accentuato di presenza genitoriale, arrivando talvolta a rifiutare la scuola o l’asilo.
Per aiutare il bambino a superare lo stress, è molto utile puntare sulla forza rassicurante della routine quotidiana, che rappresenta un vero e proprio ancoraggio emotivo. In particolare, la routine legata al gioco può essere estremamente benefica, anche se il bambino mostra una certa riluttanza verso compiti più impegnativi come i compiti scolastici: ciò non deve destare preoccupazione.
Le reazioni non sane
È naturale che, di fronte allo stress, anche i bambini cerchino strategie per ottenere conforto e sicurezza. Tuttavia, non tutte le reazioni sono salutari. Tra i comportamenti che i genitori dovrebbero monitorare con attenzione vi sono gesti come strapparsi i capelli o mordicchiarsi le unghie (onicofagia). Un altro segnale da non sottovalutare è la tendenza all’isolamento dai coetanei, spesso motivata dalla paura di separarsi dalle figure adulte di riferimento.

Dopo aver escluso eventuali cause organiche con il supporto del pediatra, è importante che i genitori cerchino di individuare le radici del disagio. Un buon punto di partenza è sedersi insieme e riflettere su da quanto tempo il bambino manifesta i sintomi e se ci siano stati eventi particolari che possano averli scatenati.
Spesso, le cause dello stress possono essere legate a cambiamenti significativi nel contesto familiare, come la nascita di un fratellino, una gravidanza in corso, un trasloco o modifiche nell’ambiente scolastico, come la sostituzione di un insegnante all’asilo. È inoltre consigliabile, in caso di dubbi, confrontarsi con la scuola per verificare la presenza di eventuali episodi di bullismo tra i coetanei.
L’importanza della sospensione del giudizio
Nel gestire i sintomi di stress nei figli, i genitori devono prestare particolare attenzione a evitare alcuni errori comuni. Uno di questi è giudicare i comportamenti messi in atto dal bambino per fronteggiare lo stress e per ricercare sicurezza.

Un atteggiamento giudicante può risultare controproducente, rafforzando le reazioni disfunzionali allo stress. Cosa fare, allora? È fondamentale lavorare sullo stile di vita del bambino, valutando attentamente il carico di impegni e attività che spesso riempiono le sue giornate e che, se eccessivi, possono diventare fonte di ulteriore pressione e disagio.
L’approccio più efficace è quello dell‘incoraggiamento. In caso di errori, è importante sostenere il bambino e aiutarlo a non scoraggiarsi. Quando invece riesce a portare a termine un compito, il rinforzo positivo attraverso la lode può avere un impatto molto positivo sulla sua autostima. Infine, non bisogna dimenticare che i genitori possono contare su diversi alleati: se lo stress è legato all’ambiente scolastico, è opportuno dialogare apertamente con gli insegnanti per individuare insieme strategie efficaci di supporto.