Negli ultimi decenni, i piccoli uccelli delle praterie stanno affrontando un declino silenzioso ma estremamente preoccupante. Si tratta di una delle crisi ambientali meno evidenti agli occhi dell’opinione pubblica, ma tra le più gravi, poiché mette a rischio l’equilibrio degli ecosistemi terrestri. Le praterie, infatti, rappresentano uno scrigno di biodiversità, ospitando una straordinaria varietà di specie animali e vegetali.
Perché gli uccelli delle praterie stanno scomparendo?
Come accennato, le praterie custodiscono una biodiversità ricchissima, svolgendo un ruolo cruciale nell’assorbimento del carbonio, nella regolazione del clima e nel mantenimento della fertilità dei suoli. La scomparsa di questi piccoli uccelli non comporta soltanto la perdita di qualche piuma colorata nei nostri paesaggi, ma significa privare il pianeta di una componente fondamentale per la salute degli ecosistemi.

La principale causa della diminuzione degli uccelli delle praterie è la trasformazione di questi ambienti naturali in aree agricole intensive, pascoli per l’allevamento, oppure in zone urbane e industriali. Ad esempio, in Nord America oltre l’80% delle praterie originarie è stato arato o coperto dal cemento.
Questa drastica riduzione degli habitat disponibili priva gli uccelli di spazi vitali per vivere, nidificare e trovare nutrimento. Di conseguenza, molte specie non riescono più a sopravvivere in questi territori profondamente alterati, e il loro numero continua a diminuire in modo allarmante.
Altre cause
Oltre alla distruzione degli habitat, anche l’uso massiccio di pesticidi e fertilizzanti rappresenta una minaccia significativa. Questi uccelli si nutrono principalmente di insetti, semi e piante spontanee, ma l’agricoltura moderna fa largo uso di pesticidi che eliminano gli insetti impollinatori e, di conseguenza, le principali fonti di cibo per molte specie.

Inoltre, gli erbicidi eliminano molte piante selvatiche che costituiscono l’habitat e la dieta di questi uccelli, aggravando ulteriormente la scarsità di risorse alimentari. A ciò si aggiungono gli effetti dei cambiamenti climatici, che alterano i cicli migratori, i periodi di riproduzione e la disponibilità di cibo, rendendo la sopravvivenza ancora più difficile.
Non bisogna poi trascurare l’impatto dell’inquinamento e del rumore, generato da infrastrutture come strade, centrali eoliche e impianti industriali, che disturbano la nidificazione e aumentano la mortalità accidentale. Infine, la presenza di specie invasive e predatori, come gatti domestici e cani randagi, rappresenta un ulteriore fattore di rischio per la sopravvivenza degli uccelli delle praterie.
Quali sono le specie in pericolo
Come abbiamo visto, diversi fattori concorrono alla scomparsa degli uccelli delle praterie. Ma quali sono le specie più minacciate? Tra gli esempi più emblematici troviamo l’allodola, il cui declino è stato osservato in molte aree europee, anche a causa della crescente meccanizzazione agricola.

Un altro caso significativo è quello del tetraone delle steppe, simbolo della lotta per la conservazione delle praterie nordamericane. Anche l’otarda, uno degli uccelli più pesanti in grado di volare, sta scomparendo rapidamente, soprattutto nell’Europa orientale, dove la sua presenza si è drasticamente ridotta.
Tra le specie italiane in forte regressione si annoverano l’averla piccola, la calandra e lo strillozzo. Secondo i dati ufficiali, dal 1970 in Nord America sono andati persi circa 3 miliardi di uccelli, la maggior parte dei quali proveniva proprio dagli habitat erbosi delle praterie.
Cosa si può fare?
Anche se le praterie possono sembrare lontane dalla nostra quotidianità, le nostre scelte possono influire profondamente sulla loro conservazione. Sostenere l’agricoltura ecologica è fondamentale: scegliere prodotti biologici significa favorire metodi di coltivazione che non fanno uso di pesticidi dannosi per la fauna selvatica. È importante anche partecipare e contribuire a progetti di conservazione dedicati alla tutela degli habitat naturali.

Si può inoltre trasformare i propri spazi verdi in rifugi per la biodiversità, coltivando piante autoctone e rinunciando all’uso di pesticidi. Installare mangiatoie e cassette nido può offrire un prezioso aiuto agli uccelli anche in ambiente urbano, contribuendo a creare reti verdi che collegano diversi ecosistemi.
Per favorire un cambiamento concreto è importante anche sensibilizzare l’opinione pubblica: condividere informazioni, partecipare a petizioni e sostenere campagne di tutela può influenzare le politiche ambientali. Infine, ridurre il proprio impatto ambientale scegliendo mezzi di trasporto sostenibili, limitando l’uso della plastica e risparmiando energia sono azioni quotidiane che, sommate, possono fare la differenza per la sopravvivenza degli uccelli delle praterie e dei loro preziosi habitat.